I Videogiochi hanno un valore artistico?

Mar 27 / Jacopo Crispino

I videogiochi non si limitano ad essere un mero strumento di intrattenimento quanto anche una forma di espressione di sé e campo di indagine di alcuni aspetti della vita

Il principale obiettivo dei primi sviluppatori di videogiochi era quello di intrattenere il pubblico presentando un mondo interattivo alternativo alla realtà.

Ma le loro potenzialità non si limitano ad essere un mero strumento di intrattenimento: talvolta è possibile renderli
espressione di sé stessi e campo di indagine di alcuni aspetti della vita.


Prendiamo d'esempio "Outer Wilds" di Mobius Digital, un gioco di esplorazione spaziale che dietro il suo semplice gameplay nasconde una profonda narrazione. L'opera ti insegna ad accettare il cambiamento e il fatto che ogni cosa, che sia bella o brutta, potrebbe giungere a una fine. Inoltre la sua ambientazione ti costringerà a guardare in faccia la realtà e a comprendere che non sei nient'altro che un piccolo pezzo di un puzzle molto grande. 


La capacità espressiva dei videogiochi, se sfruttata con ingegno e talento, potrebbe competere con le più grandi forme di arte. Essi si avvalgono di un peculiare punto di forza: l'essere un'orchestra di tante arti che armoniosamente cooperano per dare forma a qualcosa di unico.


Qualcuno potrebbe obiettare e pensare che il loro valore artistico derivi dalle singole arti che lo compongono, e che quindi definire i videogiochi "arte" equivarrebbe a ribadire le potenzialità della musica (riferendosi alle sue colonne sonore), del disegno (riferendosi alle varie ambientazioni) o della letteratura (riferendosi alla sua sceneggiatura).

Questo pensiero, sebbene sia coerente, ignora che il suo valore artistico deriva dal ruolo che ha nella grande "orchestra" di elementi: l'esserne il "direttore".
Faccio un esempio: se dovessimo prendere in considerazione unicamente il comparto audio o quello della sceneggiatura, ci renderemo ben presto conto che non possono avere lo stesso valore dell'intera opera.

Questo perché mancherebbe:

1) l'unicità dell'esperienza di gioco che, tramite interazioni dirette con il giocatore (si pensi alla vibrazione del controller), la presenza di puzzle o combattimenti ed elementi tipici del genere che si è scelto, sono in grado di raccontare molto del suo significato (in fondo "Outer Wilds" riesce a essere così profondo proprio grazie a questa caratteristica)

2) il "direttore" che unisce in sé i diversi tipi di arte e li fa cooperare con l'esperienza di gioco: forma così un'orchestra che può essere considerata come un singolo grande organismo che è in grado di essere uno spunto di riflessione.


E' quindi chiaro che il valore artistico non risiede nei singoli elementi che lo compongono e la precendente obiezione può essere facilmente superata.

Ovviamente non tutti i videogiochi si possono considerare una forma d'arte (proprio come ogni disegno non è considerabile un capolavoro); rimane comunque di fondamentale importanza il messaggio che si vuole inviare, la profondità e la complessità dell'opera.
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