Insegnare ai tempi dell’IA , storie dall’aula (virtuale)

Jun 10 / Daniel Barlow
Analisi dei pro e contro dell'intelligenza artificiale se impiegata nell'insegnamento dell'inglese

Ogni docente di inglese ha almeno una volta insegnato una lezione con argomento ‘hobbies’: gli studenti devono parlare dei loro passatempi, specificare con quanta frequenza lo fanno, da quanto tempo, quale altro hobby vorrebbero provare se avessero più tempo libero.

Nonostante sia sempre per me un piacere vedere i miei studenti sforzarsi ad usare il proprio inglese per attività comunicative, le risposte sono tremendamente simili tra di loro e le attività elencate sono più o meno le stesse.
‘I like climbing, I go climbing twice a week, I would like to learn how to cook’ etc....

Ecco però che, nell’era dell IA , nel bel mezzo di una lezione online, ho avuto un’idea. Visto che la maggior parte degli hobby elencati dagli alunni sono abbastanza comuni, perchè non chiedere all’IA una bella lista degli hobbi più strani del mondo? E non solo, perchè non chiedere agli alunni di pensare agli hobby più strani ed elencarli?
La squadra con il maggior numero di hobby effettivamente presenti nell’elenco dell IA sarebbe stata la vincitrice. L’attività finale sarebbe poi stata quella di discutere su quale fosse l’hobby più strano e di apprendere i nuovi vocaboli della lista.

Infervorato da quest'idea, ho aperto ChatGPT, ma... non andava! Cosa fare? Preso da un radicale orgoglio di essere umano e sicuro della mia creatività, avrò inventato di sana pianta una lista di stranissimi passatempi? Certo che no, ho semplicemente chiesto all’IA di Google, Gemini!

L’attività è stata molto interessante e io e gli studenti siamo venuti a conoscenza di passatempi davvero particolari: extreme ironing (stirare nei posti più estremi), underwater pumpking carving (intagliare zucche sott’acqua), toy voyaging (spedire i propri peluches ad in giro per il mondo e chiedere ai colleghi voyagers di fare foto al giocattolo nella nuova destinazione).

A fine lezione poi, uno studente ha chiesto ‘Ora ChatGPT funziona? Potremmo vedere quale sarebbe stata la sua lista di hobby strani. Fatto ciò, l’ultima parte della lezione è stata decidere quale delle due IA avesse dato la risposta migliore (ChatGPT è stata la netta vincitrice).

Alcune considerazioni dopo questa lezione: pro e contro dell IA.

PRO #1 L’insegnate ha maggiore flessibilità.

L’IA permette infatti di inserire nuove attività a lezione in corso, di adeguarsi alle richieste degli studenti e all’emergent language che è difficile da prevedere completamente nella fase di pianificazione. Specialmente in una lezione online, ciò può essere fatto con naturalezza e tempestività. 

PRO #2 Minimizzazione del tempo di ricerca e creazione delle attività. 

Il docente può focalizzarsi maggiormente su quello che effettivamente stanno facendo gli studenti e, in tempo reale, dare sfogo alla propria creatività, che trova un adeguato supporto. Se un'attività non funziona, può essere velocemente sostituita da un esercizio più appropriato

PRO #3 Più varietà nella fase di brainstorming. 

Una semplice idea può essere affinata e velocemente implementata. Utilizzando poi prompt appropriati, si possono scegliere e sperimentare le più efficaci variazioni dell’idea stessa. L’insegnante può trovare originalità e innovazione in tematiche per lui diventate abituali e potenzialmente noiose. 

CONTRO #1 Un incentivo alla pigrizia 

E’ importante che il docente sia preparato sulla lezione, sulle domande che possono sorgere e sulle necessità linguistiche che emergono mentre si insegna. La tentazione di affidarsi all’IA in caso di necessità rischia di impigrire e di delegare alla macchina la trasmissione della conoscenza. 

CONTRO #2 Potenziale perdita del ‘flow’ della lezione. 

Ogni lezione deve avere una propria identità e le attività devono essere logicamente connesse, in modo da ‘accompagnare’ gli studenti in modo organico. Variando troppo a lezione in corso, si rischia di avere lezioni inorganiche fatte da attività sconnesse tra di loro. 

CONTRO #3 Potenziali complicazioni non necessarie. 

Spesso le attività che funzionano meglio sono le più semplici. Paradossalmente, se si hanno troppe opzioni e variabili proposte dall’IA, si rischia di scegliere attività che superficialmente sembrano valide, ma che alla fine non sono pedagogicamente rilevanti. 



In conclusione, sono convinto che gli insegnanti debbano sperimentare e cercare di integrare l’IA nelle loro lezioni, ricordando che non potrà mai sostituirsi completamente al ruolo dei docenti, ma che può rendere il processo di insegnamento ancora più piacevole per tutti coloro che sono in aula, sia virtuale sia online. 
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